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THE UNEDITED

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20/6/2025
...That’s our opportunity to feel brave
by Edoardo Tabasso

La condizione sine qua non per realizzare i propri disegni è la massima attenzione e il massimo rispetto nei confronti del movimento delle cose: essendo questo movimento tutt’altro che omogeneo e regolare, esso è talora più compreso dai “pazzi” che dai “savi”; perciò “accade che qualche volta e pazzi fanno maggiore cose che i savi”; i secondi infatti si attengono alla loro logica che è identica e uniforme, mentre i primi si affidano alla fortuna, che è differente e mutevole. Attenersi al corso delle cose quindi per Guicciardini non vuol dire affatto essere conformisti o sostenere lo status quo perché le cose del mondo non stanno mai ferme, come invece sta ferma la natura dell’uomo o l’intelletto dei presunti “savi”.
Mario Perniola
Ancora una volta la vita si rivela nella sua vera essenza: non come ci si sforza di prevederla, ma come inaspettatamente è. Un presente che ci mette di continuo di fronte all’imprevisto, all’incalcolabile.
Henry James

Dentro la definizione di era dell’impensabile di Joshua Cooper Ramo nel saggio The Age of the Unthinkable: Why the New World Disorder Constantly Surprises Us and What We Can Do About It vi sta una analisi che mette al centro due fenomeni che più di altri caratterizzerebbero il mondo contemporaneo: la velocizzazione dei processi comunicativi e la crescente complessità sociale. L’intreccio tra i due processi rende sempre più difficile per tutti gli esseri umani, compresi anche “esperti”, “ricercatori” e “studiosi”, tutti troppo specializzati, padroni di saperi parcellizzati del tutto inutili al di fuori di compiti specifici e settoriali, di comprendere “le cose del mondo” e di dotarsi delle conoscenze necessarie per prendere responsabilmente le decisioni “giuste”: capire costa sta accadendo e dove sta andando il mondo. Ramo mette a fuoco un problema ben noto ai finanzieri o agli investitori di professione che sempre più spesso si trovano nell’impossibilità di fare previsioni ragionevoli prima di prendere le loro decisioni: costringendosi a comportarsi come giocatori di dadi. Ramo suggerisce dei rimedi quella di valorizzare al massimo le procedure necessarie per attivare quella che Socrate e Machiavelli denominavano “la conoscenza delle cose del mondo”. Ovviamente inventando nuove strade rispetto a quelle imboccate e battute in tempi meno complessi. L'ambizione è quella attivare le capacità necessarie per far interagire tra loro i due tipi di conoscenze che sono indispensabili per agire consapevolmente nel mondo: le conoscenze acquisibili nel contesto dell’azione attraverso l’esperienza e le conoscenze acquisibili fuori del contesto dell’azione attraverso uno studio a largo spettro transdisciplinare. dentro un paradigma capace di tenere assieme in una forma circolare e relazionale, proposte e riflessioni, analisi, strategie e comunicazione , dove l'analisi non viene prima del fare e viceversa, in un confronto deciso e coraggioso tra azione e riflessività . Un’apertura pragmatica cognitiva, morale e etica dentro le cose del mondo.

Chi sente o rischia di essere in ritardo, non può pensare di rimettersi al passo coi tempi semplicemente accelerando, o imitando coloro che sono più avanti: avrebbe comunque da competere con chi è già in corsa da tempo, e conosce bene il campo da gioco.

Chi è in ritardo e vuole rimettersi al passo dei tempi, ha una sola strada: deve osservare chi è più avanti, ma capire dove anticiparlo. Chi è in ritardo deve anticipare il futuro: è ciò che si chiama, tecnicamente, scorciatoia, e richiede non solo tempismo ma tenacia, poiché le scorciatoie, di solito sono strette e non pavimentate.

E chi guarda alle realtà possibili, afferma Rober Musil ne L'uomo senza qualità ha qualcosa di divino in sé, un fuoco e uno slancio, una volontà di costruire e non si sgomenta della realtà bensì la tratta come un compito, un'invenzione. Poiché le sue idee non sono altro che realtà non ancora nate, anch'egli possiede il senso della realtà; ma è un senso della realtà possibile.

Nel suo saggio Where the action is Erving Goffman definisce la consequenzialità come la capacità di un risultato di andare oltre quelli che sono i confini dell’occasione in cui esso è determinato e di esercitare un’influenza obiettiva sul resto della vita di colui che scommette. Se un’attività è consequenziale, è anche cioè qualcosa che non è ancora determinato, ma che sta per esserlo, e diventa fatidica. La fatidicità è il segno della soglia tra il conservare un certo controllo sulle conseguenze delle proprie azioni ed il perderlo. La conseguenza è che ci troviamo da tempo a dover fronteggiare una sfida ben nota ai finanzieri o agli investitori di professione che sempre più spesso si trovano nell’impossibilità di fare previsioni ragionevoli prima di prendere le loro decisioni, costringendosi così a comportarsi come giocatori d’azzardo.
Bisogna battersi e cercare le opportunità per sentirsi coraggiosi e poter dire that’s my opportunity / to feel brave.

Perseverare nella ricerca di scorciatoie e semplificazioni per spiegare fenomeni nuovi e complessi da analizzare significa essere incapaci di affrontare il cambiamento soprattutto quando non è quello che ci aspettiamo e non è quello che preferiamo. Non si abbia fretta di catalogare grossolanamente in un’unica categoria tutti i cambiamenti in corso senza l’umiltà di studiarli
Quando avvengono fatti inaspettati, come quelli legati alla attuale fase di una globalizzazione “imprevidente” non sono i fatti ad essere etichettabili come imprevisti, è la nostra capacità di analisi ad avere qualche problema. Di problemi, sviste, errori strategici ne sono stati fatti nell’ultimi quattro decenni e ancora altri ne faremo, il segreto risiederebbe nella saggezza, ça va sans dire, di non ripetere sempre i medesimi. Imparare dai nostri errori è lezione sempre valida.