Lux Aurea 2014 - Chromocosmos 2014 -Strings Flux 2012 - Light Blade - Chromocosmos NE1
By Nicola Evangelisti
Strings Flux
Strings Flux di Nicola Evangelisti, una scultura luminosa di grandi dimensioni che riflette l’ambiente e la luce inglobando lo spazio e il pubblico.
L’intera opera potrebbe essere letta come la visualizzazione di infinite, possibili dimensioni entro le quali disperdere il flusso di energia e luce: lo spettro ottico, la scheggia di materia viene incisa dal segno dell’artista, creando fenditure che lasciano sfuggire la luce, proiettandola all’infinire.
Il flusso energetico non è altro che la conseguenza della ferita procurata allo spessore della materia, una sorta di “sangue fotonico” lasciato andare dalle vene dello spaziotempo cosmico.
Il flusso di luce incanalato e condotto nel solco tracciato dall’artista diviene allegoria visiva della disposizione spaziale delle stringhe nei diversi e ulteriori piani dimensionali ipotizzati dalla fisica quantistica.
Irradiata verticalmente attraverso lo spessore del cristallo, la luce fuoriesce e si produce attraverso le fenditure tracciate dall’artista, preconizzando ideali aperture proiettate al di là di un immaginato altroquando spazio della mente.
Alberto Gross 2012
Light Blade
Light Blade è un'opera che pone l'accento sull'esperienza fisica ed emozionale della luminosità, in modo da creare una dimensione riflessiva e spirituale che coinvolge attivamente il fruitore. Nicola Evangelisti ha concepito LIGHT BLADE come "installazione nello spazio aperto", presentandola come un'opera site-specific", pensata e progettata per l'architettura di Villa Reale, dove costituisce un esempio significativo di "public art", ovvero di una proposta artistica che esce dagli spazi consueti delle gallerie e dei musei, per comparire in un contesto storico e urbano, cercando un confronto più diretto con un pubblico per lo più inconsapevole. È un'opera di luce bivalente che cambia la sua fisionomia se vista di giorno o di notte. Durante il giorno il materiale specchiante delle superfici consente allo spettatore una visione riflessa di se stesso e dello spazio architettonico circostante; di notte i tubi fluorescenti colorati posti all'interno trasmettono una sensazione di scarica elettrica e quasi di folgore di Giove. In ogni condizione la luce riflessa o prodotta dai tubi, smaterializza l'opera come nei migliori esempi di arte contemporanea da Lucio Fontana a Dan Flavin. È una lama che attraversa l'architettura e ci consente una rilettura attraverso la luce e il colore del porticato in cui si trova, creando nuove condizioni di vivibilità di questo spazio, stimolando la partecipazione attiva dello spettatore.
Gisella Gellini 2009
Chromocosmos NE1
L'attrazione naturale di Nicola Evangelisti per problematiche scientifiche e cosmologiche ha orientato il suo lavoro artistico verso una progressiva conquista e riqualificazione dello spazio fisico, in un continuo tentativo di sintesi dell'ordine naturale.
Il lavoro di Evangelisti si pone così come un'archeologia del futuro e del futuribile che, nella scomposizione delle cause prime della materia e nella sintesi di postulati teorici, trova la sua dimensione argomentativa e la sua spinta drammatica.
Una serie di opere che attraversa almeno due delle grandi arterie d'abbondanza che informano la poetica dell'artista: la speculazione filosofica e concettuale, propedeutica allo sviluppo reale di una nuova riformulazione dello spazio: l'immagine utopica del tempo cronico si sintetizza nella sintassi cristallizzata di uno spazio congelato né prima né dopo lo svolgersi del proprio "durante", costruendo un continuum che nel rapporto con il tempo ritrovi e rimoduli la fissità di uno svolgimento ordinatamente scomposto. La rotazione cromatica in tempo reale si serve della tricromia digitale per ripercorrere la luce fluttuante nella complicazione del reticolo macrocosmico, alterando la sensibilità spaziale.
La luce, materia-antimateria in quanto inconsistente, svaporante, evanescente, naturalmente portata ad effondersi, ad espandersi, viene costretta nel solco tracciato dall'artista e proiettata verso una dimensione riconducibile all'infinità del cosmo, producendo un mutamento della percezione del senso dello spazio; il segno di luce allude al progressivo riappropriamento e restaurazione dell'inesperibile, divenendo ad un tempo azzerante ed assertivo. Nella geometrica ricerca e ricostruzione del caos originario, del tutto antieuclidea, risiede l'essenza intatta della struttura spaziale; la radicalizzazione di un'idea espressa in forme nette ed assolute, in cui la cristallizzazione della luce, colta nel suo svolgersi fenomenico, mantiene ancora in sé per intere tutte le informazioni che definiscono e delineano le vibratili vibrazioni ottiche.
La luce, da mezzo, tramite necessario ad esaltare il dettaglio, diviene essa stessa soggetto e protagonista, opera d'arte totale capace di ristabilire distanze e formulare domande; nella dimensione dell'infinito riflesso, nelle ombre, nelle digradanti gradazioni di toni si consuma un intreccio di piani, un incastro di prospettive, una sinergia in cui il particolare previene, prevale e contiene il tutto di cui si compone. Il movimento è centrifugo, centripeto e-statico assieme, le corrispondenze di analogie cosmologiche ipotizzano un equilibrio instabile costantemente esposto alla precarietà degli eventi, specchio di forme evolutive attraversando il quale si riesca a tessere visivamente una ragnatela ottica di costruzioni liquide e biomorfe.
Alberto Gross
More Info: nicolaevangelisti.wordpress.com
Video: Strings Flux
Video: NICOLA EVANGELISTI - LIGHT WORKS
Video: LAMINA LUCENS 2011