Arpa di luce
By Gianpiero Grossi, Francesco Murano, Pietro Pirelli
With fingers, you lightly touch a beam of laser light lines, stretched between the extremes of a big architectural space. The sound of a harp comes out and the space becomes a sound box, while architecture a big string instrument. From this sound originates gods' most favorite music, the Harmony of the Celestial Spheres (Ovid's Metamorphosis, book XI). Along with it, accompanied by Pitagora, we look up, discovering that our musical action also generates an extraordinary luminous 'becoming'. In the center of the space hangs a long pendulum, which needs to be swung by the public to touch the harp's rays running over the heads. An oscillating succession of long lasting notes arises, composing an infinite melody. The sound vibrates in the theatre's space over a distance of more than 20 meters. If silence suddenly happened, a silent melody would always vibrate from the forms of reflected light, rhythmically projected all around in a coincidence of light and sound.
Con le dita, è possibile toccare leggermente un fascio di linee di luce laser, tesa tra gli estremi di un grande spazio architettonico. Il suono di un arpa e lo spazio diventa una cassa armonica, mentre l'architettura uno strumento di grande misura. Da questo ha origine il suono musicale preferito dei ', l'Armonia delle Sfere Celesti (Metamorfosi di Ovidio, libro XI). Insieme con esso, accompagnato da Pitagora, guardiamo in su, scoprendo che la nostra azione musicale genera anche uno straordinario luminoso 'divenire'. Nel centro dello spazio è appeso un pendolo lungo, che deve essere mosso dal pubblico per toccare i raggi dell' arpa posta sopra le teste. La successione oscillante di lunga durata genera note, componendo una melodia infinita. Il suono vibra nello spazio del teatro su una distanza di oltre 20 metri. Su di un silenzio improvviso , una melodia fa vibrare forme di luce riflessa, ritmicamente proiettate nella coincidenza di luce e suoni.
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