La ripresa del programma spaziale USA
Da tempo era stato annunciato l’ambizioso progetto USA di rimandare l’Uomo sulla Luna (dopo la conquista avvenuta il 20 luglio 1969) e la data proposta era stata quella del 2020 (dopo una prima missione alla stazione spaziale orbitante nel 2014). Ora (agosto 2007), tale promessa, viene corroborata ed inverata da un sostanzioso programma finanziario che il Presidente George W. Bush ha messo a disposizione della NASA.
Il nuovo Programma spaziale si chiamerà “Constellation” (con un budget di 10.5 miliardi di $), mentre è già pronto anche il nome della nuova navicella, “Orion” con razzo propulsivo “Ares” (“Marte”, nella mitologia greca).
La costruzione abbinata di Orion ed Ares (equivalenti di Apollo e Saturno nel programma di missione lunare precedente) sarà affidato alle più importanti aziende del settore aeronautico, tra cui, naturalmente, primeggia la Boeing (che ha già annunciato assunzioni per centinaia di posti di lavoro nella zona disastrata dall’uragano Katrina di New Orleans). La somma messa a disposizione sarà una da 515 milioni di dollari (prima tranche) per la fase sperimentale e l’altra da 610 milioni di $ per la fase di produzione (sono previsti 6 esemplari l’anno del missili Ares), per un totale di circa 1, 1 miliardi di $.
Il maggior contratto l’ha vinto lo scorso anno la Lockheed Martin (7.5 miliardi di $) per la Orion, mentre 1.8 miliardi di $ vanno al Gruppo Alliant per i razzi Ares con tecnologia della Pratt&Whitney che costruì i razzi Saturn per le missioni Apollo che portarono l’Uomo sulla Luna.
Sarà una coincidenza, ma la ripresa dei Programmi spaziali USA coincide con la nuova politica spaziale cinese (partita nel 2004 con il satellite Chang -1 e con il vettore “Lunga Marcia”) ad ulteriore dimostrazione che la “competizione” è probabilmente la principale molla che spinge una nazione a dedicarsi alla conquista dello spazio.
Infatti pare che, alla contrapposizione ideologica tra URSS ed USA che fu il vero carburante della conquista della Luna nel secolo scorso si sia sostituita, dopo quasi 40 anni, la contrapposizione economica tra USA e Cina.
La ripresa della corsa alla conquista dello Spazio non può che fare piacere ad un movimento, come quello Futurizzante, che fa dell’esplorazione dello spazio una delle priorità tecnologiche per il futuro.
Lo sbarco del 2018 è solo una prima tappa di un programma spaziale più ambizioso che dovrebbe portare alla creazione di una base lunare stabile da cui poi far partire missioni planetarie il cui più probabile obiettivo è il pianeta Marte.
Una volta raggiunto Marte e creata una base permanente un’ipotesi plausibile è quella di “terra formare” il pianeta rosso, rendendolo, appunto, simile alla nostra Terra.
Ad esempio, vi sono già studi per creare un “effetto serra” artificiale sul pianeta in modo da far sciogliere parte delle calotte polari marziane e liberare così l’acqua ivi racchiusa.
Inoltre, l’aumento medio della temperatura, permetterebbe di ricreare un clima marziano molto più simile a quelle terrestre.