Tecnosimbolismo o "Ex Machina Libertas"
L’umanità ha sempre avuto bisogno di “credere in qualcosa” che superi e trascenda la condizione umana e si ponga ad un livello superiore; per questo motivo, diciamo così di ‘psicologia di massa’ i culti trascendenti hanno avuto e sempre avranno una forte presa sulla popolazione generale. Tale fascino è anche sempre stato esercitato da ogni “culto simbolico” , anche di natura politica. Infatti, spesso, una coreografia simbolica fa da sfondo alle ideologie politiche (soprattutto se di tipo assolutistico).
Inoltre, si è visto e sperimentato, come un eccessivo livello di astrattismo nuoccia, in genere, allo sviluppo di una società equilibrata ed armoniosa. Qualora si tolgano agli uomini i simboli essi tenderanno, in un tempo più o meno lungo, a ricrearli su archetipi fondamentali. Il simbolo (dal greco “sumbolon”, cioè “metto insieme”) diviene quindi un forte mediatore culturale tra esigenza storica e dimensione mitopoietica.
Fatte queste premesse che non sono altro che constatazioni empiriche di sociologia si può supporre che anche il transumanesimo (in seguito, anche H+) e l’estropianesimo necessitino di un substrato culturale di tipo simbolico, che idealizzi il contenuto tramite un’azione di tipo mitopoietico in cui alla “magia” è sostituita la “scienza” e al “mago” (operatore simbolico) lo “scienziato”/”tecnologo”.Anche nel più generale discorso “futurizzante”, cioè nell’ottica di un “agire futurizzante”), sarebbe forse utile introdurre un elemento simbolico (http://www.transtopia.org/symbolism.html), magari di natura multimediale, cioè un “meta simbolo” capace di attivare i contenuti sociali archetipali e quindi più potenti. Alcuni tentativi sono già stati fatti; ad esempio, nelle arti grafiche, dall’estropista Natasha – Vita More (http://www.natasha.cc/), oppure nella musica con alcuni generi di musica, per esempio la “Tekno” .
Tale movimento si chiama “transtopia” è ha come simbolo il “serpente metallico” rappresentato in queste pagine. In pratica, si tratta di un tentativo di “contaminare” l’ H+ con il simbolismo.
Alla parte “simbolico rappresentativa” sarebbe anche utile far seguire una mitopoiesi finalistica di tipo estropico, una sorta di “tecno . gnosi futurizzante” che indichi all’umanità una meta finale, un obiettivo, uno scopo concreto e socialmente condiviso (vedi, ad esempio, la ‘teoria del punto omega’ del fisico Franck Tipler – e del gesuita e scienziato Pierre Theilard de Chardin).In definitiva, visti da un punto sistemico, questi non sono altro che tentativi di istituire una nuova metafisica, articolata sulla scienza e tecnologia che, esteriormente sia caratterizzata da profondi significati simbolici ed interiormente da una visione teleologica di un “obiettivo finale”.
In questa ottica poi, come abbiamo già detto, il “turbo capitalismo ad innovazione continua”, cioè il “capitalismo esponenziale” che reinveste ed innova lamarkianamente (cioè in maniera ‘mirata’) il proprio prodotto su se stesso può essere il veicolo economico ed il substrato realizzativo della visione H+.
Immagini tratta dal sito http://www.transtopia.org/