Accettare le regole del gioco
Premessa: i social network sono ormai entrati di prepotenza nella nostra vita e non possiamo più farne a meno, ma cosa sono i social network? Semplice sono una serie di servizi (solitamente offerti tramite la rete internet) che consente la comunicazione e la condivisione dei contenuti personali con gli altri.
Tramite i social network possiamo “rimanere in contatto” con i nostri amici o parenti che non vediamo da molto senza dover spostarci dalla nostra scrivania, possiamo far sapere a tutti quanto ci piace andare a mangiare messicano o quanto non ci sia piaciuto un film, oppure possiamo condividere le foto delle nostre ultime vacanze per far invidia al nostro collega antipatico.
Tutto questo è possibile con una semplice azione del nostro smartphone o pc garantendoci una certa dose di anonimato. Si perché anche se la foto in copertina sulla pagina del social è la mia e i dati del profilo sono i miei, non sono realmente “faccia a faccia” con i miei interlocutori, tutto passa attraverso una tastiera ed un monitor (o display). Mi sento quindi più libero nell’esprimere le mie idee o le mie preferenze, tanto i miei interlocutori, se ce ne sono, posso zittirli con una semplice azione che ne elimina il commento.
E così, mentre cresce la mia autostima creata in un mondo virtuale con pochi post ho già fatto sapere, senza rendermene conto, quelle che sono non solo le mie preferenze ma anche le mie inclinazioni e spesso anche dove vivo.
Il recente scandalo di Facebook con Cambridge Analytica ha scosso l’opinione pubblica sulla sicurezza dei dati che condividiamo online e su quanto i social network possano influenzare la nostra vita.
Non parleremo in questo contesto dello scandalo di Facebook e di come Cambridge Analytica tramite l’app “thisisyourdigitallife” abbia carpito di dati dei profili di milioni di utenti nel mondo, ma cercherò di creare una consapevolezza di quello che è un uso corretto dei social network.
Una delle prime cose che dobbiamo tenere a mente è che nulla di quello che mettiamo in rete andrà mai veramente perso, possiamo eliminare il nostro profilo, con tutte le foto e i post, ma chi mi assicura che nessuno dei miei contatti abbai salvato o condiviso con altri ciò che ho scritto o pubblicato?
Inoltre i dati che pubblico, anche se cancello il mio profilo, potrebbero rimanere nei server dell’azienda che mi offre il servizio, o addirittura (come succede con molti social network) non permettere di cancellare il profilo ma solamente di “sospenderlo”. Prestiamo quindi sempre molta attenzione ai termini che accettiamo quando ci iscriviamo ad un social network dato che, spesso, la maggior parte dei social network così come i loro server hanno sede all’estero, e in caso di disputa legale o di problemi riguardo la privacy, non sempre si può essere tutelati dalle leggi italiane ed europee.
Anche se un social network mi può dare l’impressione di appartenere ad una piccola comunità questo non è assolutamente vero. Nel 1929 lo scrittore ungherese Frigyes Karinthy ipotizzò la "teoria dei sei gradi di separazione" secondo la quale ognuno di noi può essere collegato a qualunque altra persona al mondo attraverso una catena di conoscenze non più ampia di cinque individui; nel 2011 un esperimento di un gruppo di informatici dell'Università degli studi di Milano, in collaborazione con due informatici di Facebook, effettuò un esperimento su scala planetaria per calcolare il grado di separazione tra tutte le coppie di individui su Facebook. In media i gradi di separazione riscontrati furono 4,74.
Vediamo quindi che quello che consideriamo il nostro piccolo mondo virtuale in realtà non è così piccolo.
Come ultimo spunto di riflessione vorrei concentrare l’attenzione del lettore su quanto valgono i miei dati: i social network, che sembrano gratuiti sono in realtà molto simili ai canali televisivi commerciali.
Facebook, linkedIn, e tutti gli altri social network sono profumatamente pagati dalle informazioni personali su gusti, abitudini di vita e interessi degli utenti che vengono vendute ad aziende di pubblicità, aziende di marketing, ecc. che poi usano queste stesse informazioni per promuovere prodotti o servizi per i loro clienti che vengono quindi ricaricati sull’utente finale tramite il prodotto venduto, proprio come nelle pubblicità sulle televisioni commerciali. Tutto questo è lecito perché nel momento in cui accetto i termini della privacy e sull’uso dei dati personali (spesso condizione obbligatoria per l’iscrizione) autorizzo la circolazione di ciò che scrivo o pubblico.
Queste considerazioni non devono spaventare chi utilizza solitamente un social network che rimane, se usato con intelligenza, un potente strumento non solo per rimanere in contatto con persone che diversamente non avremmo modo di contattare, ma anche come canale alternativo di promozione per una qualsiasi attività commerciale.
Sarà sufficiente ricordarsi sempre che la forma di tutela più efficace è (e sempre sarà) l’autotutela, cioè la gestione attenta dei propri dati personali e dei propri post perché “se voglio mettermi in gioco devo accettare le regole del gioco”.